Il progetto consiste in una serie di figure dedicate ai sette vizi capitali; il progetto gioca a livello di immagine sul significato attribuito ai peccati capitali nella tradizione classica, ricercando tuttavia significati ulteriori. Lo scopo è quello di interpretare la tematica in chiave astratta, legandosi all’essenza della psiche umana e dell ‘ interazione del singolo con l’ambiente circostante. Il risultato estetico è ottenuto mediante la ricomposizione libera di parti di un corpo nudo, sezionato e ricucito a generare un moderno Frankenstein, dove la componente mostruosa instaura un dialogo con i lati oscuri della natura umana. La sensualità del corpo femminile si contrappone allo straniamento deformato delle figure, senza fornire giudizi di valore o formulare preferenze su quale dei due aspetti debba prevalere.

 

 

“Superbia”

ha lungo collo e presuntuosa testa lontana dal cuore

“Invidia”

ha acide orecchie per giudicare, volgendo le spalle al mondo

“Gola”

è anima che vomita lo spirito, avidità cupida e ferina che risucchia verso le viscere

“Ira”

è impeto che divora la ragione fino a divorare lo spirito

“Lussuria”

è una cupida bocca che attende il piacere, da consumare

“Accidia”

è chiusa pigrizia con gambe voltate e braccia incrociate, incapace di agire e interagire

“Avarizia”

non ha volto per dialogare, né braccia per donare